Quando l’Erasmus diventa un viaggio meraviglioso
La professoressa Marisa Razzino, docente di Lettere dell’istituto comprensivo “Falcone-Borsellino” di Pietramelara ha riportato con estrema cura ed uno stile molto elegante l’esperienza di Erasmus vissuta nel mese di aprile in Spagna.
” Aeroporto di Roma Fiumicino, 8 aprile 2024, ore 09:30, arrivo previsto nell’ispanica Malaga previsto per le 12:30. Eccoci all’imbarco, siamo quattro donne, con la stessa Mission: rappresentare il nostro istituto comprensivo nell’ambito del progetto Erasmus, attività di job Shadowing. L’emozione è pervasiva, univocamente condivisa come può esserlo ogni contesto di confronto che esuli dalla quotidianità.
A bordo si chiacchiera, ci si confronta sulla vexana questio della comunicazione, intanto dall’oblò la vista spazia verso un paesaggio che muta. L’italia è già alle spalle e lì, sotto innumerevoli piedi, si snodano cime arrotondate e omogenee del Sistemare Betico. Tra valigie e attese eccoci a Granada, intorno immense distese di ulivi frammiste a moresche architetture. Finalmente! Un clacson strombazza e ci accolgono due visi sorridenti e familiari: sono Isa e Jolanda, le colleghe andaluse con cui trascorreremo i nostri giorni in quel di Guadix.
L’indomani, dopo una tipica colazione andalusa a base di churros e caffelatte, ci dirigiamo a Hueneja. La Sierra Nevada è lì ad osservare i km che ci separano dalla meta. Ultima curva ed eccoci giunte nella piccola località dell’entroterra. Una scuola semplice ed essenziale, chi la abita ci attende assiepato nel cortile antistante, alunni, corpo docente e dirigenti. Sorrisi, saluti e cartelloni di benvenuto. Inizia così il nostro vero percorso di Erasmus , fatto di poche ma sapide giornate scolastiche. Si comunica in ben quattro lingue: spagnolo, italiano, inglese e francese. Entriamo nelle aule, osserviamo differenze e similitudini rispetto al nostro agire didattico, prendiamo parte attiva alle lezioni, che si susseguono: Geografia, Scienze, Robotica, Inglese. La comunità scolastica è chiaramente multietnica, con una forte componente nordafricana. L’integrazione non sembra essere un problema, si lavora su strategie di comunicazione a più canali , per favorire il superamento del gup linguistico.
Hueneja è un borgo di poche anime, ma gli studenti ci accompagnano entusiasti per le stradine inerpicate e silenziose della comunità. La suggestione di una profonda religiosità è palpabile. Ci accorgiamo che stiamo calcando parte del cammino per Santiago.
L’impegno di tutti i colleghi è ammirevole. Grazie a loro abbiamo vissuto momenti felici, esplorato luoghi, investigato tradizioni e compreso lo spirito del loro agire didattico nella scuola e per la scuola.
Al desiderio di tornare a casa, si contrappongono le immagini, le voci, le emozioni di un percorso formativo che ci ha regalato un attestato di valore incommensurabile: quello del rapporto umano, dell’autocritica,dello scoprirsi e reinventarsi.”
A cura di Marisa Razzino