Tra le Vibrazioni Trapper: Esplorando il Confine Tra Espressione Artistica e Incitamento alla Violenza
Abusi, droga e mediocrità sentimentale, sono i temi della musica degli artisti trapper

Abusi, droga e mediocrità sentimentale, sono alcuni dei temi della musica trapper
“Se mi lasci muoio“
Trapper :Massimo Pericolo

Abiti larghi, eccentrici, sguardo serioso. È l’impronta degli artisti trapper, questo genere musicale che si è diffuso a macchia d’olio anche qui in Italia.
Nei loro versi sono duri, arrabbiati, politicamente decisi e fin qui tutto accettabile. Ciò che ha scaturito sconcerto è di sicuro alcuni versi che istigano alla violenza contro le donne; in un’epoca attuale come la nostra in cui i Femminicidi sono all’ordine del giorno.
Il caso più eclatante è stato quello di Mr Rizzus, nome d’arte di Simone Rizzuto, giovanissimo artista che nei suoi video inneggia armi, droghe e si vanta dei propri guai con la giustizia. A far scalpore sono stati i versi in cui invogliava ad ‘approfittarsene‘ di Rebecca Staffelli, figlia dell’inviato di Striscia la Notizia. L’opinionista ha manifestato la sua paura ad uscire di casa.
Questo, ahimè, non è un caso isolato, anche Emis Killa, in alcuni versi dice ‘Preferisco vederti morta che con un altro’ e questo gli ha precluso la partecipazione al concerto di Capodanno di Ladispoli.
Qual è il loro slang?
Un mondo fatto di prepotenza, eccessi, droga e violenza. Cantano una realtà difficile, di periferia in cui per uscire da certi ambienti era necessario rischiare e raccontare la vita difficile della loro infanzia.
Si parla tanto di sensibilità e di dire ‘no’ alla violenza ma poi i giovani ascoltando questa musica cosa possono pensare? Soprattutto, cosa possono fare?
Qualcuno come Ghali ha detto al Corriere della Sera :”Perché attaccarsi ai testi? Magari qualcuno lo ha pensato davvero. Eminen ha cantato cose pesantissime, è stato il mio artista preferito, ma io non mi comporto così. Non viviamo già con abbastanza censure? La cosa grave è pensare che certi eventi terribili siano colpa della musica”.
Come affrontare questa tematica che si lega al disagio giovanile dovuto ad un’insoddisfazione costante e quindi alla ricerca incessante di nuovi stimoli e generi musicali?
Potremmo dire che il discorso è molto ampio e merita una riflessione seria. Da sempre la musica come l’arte in genere è stato strumento di rivoluzione e di denuncia sociale. Questo genere di musica, la trapper, potrebbe parlare benissimo del disagio giovanile di chi vive una realtà difficile ma l’istigazione alla violenza può essere un messaggio pericolosissimo per i più giovani. Non è parlando di droga, Camorra e affini si arriva al successo, diciamo che è la strada più semplice perché si arriva al popolino e si conquistano pagine di giornali e web.
Ormai sembra che non esista più altro. Bisognerebbe far notare ai ragazzi che hanno questo desiderio di dare e di emergere attraverso la musica che lo possano fare non omaggiando comportamenti non consoni ma usando la cultura per farcela. Non dobbiamo avallare l’ignoranza o la violenza perché è ‘moda’ ma bisognerebbe parlar loro di valori che ormai sono stati accantonati.
Il nostro è un Paese che ha bisogno di essere valorizzato e non umiliato con gente che istiga alla violenza nei confronti di una donna e c’è molto da raccontare che non siano appunto disagi sociali. Molti nostri artisti del passato venivano dal niente e da quel niente hanno creato una carriera fatta di musica bella e genuina.
E’ chiaro che ai giovani servono esempi e modelli da seguire e non persone che incitano all’errore.
Quindi, in conclusione: Per quanto ci sia la musicalità, andrebbero analizzati seriamente i testi prima di diffonderli in rete.